12 dicembre 2013

Candele: istruzioni per l'uso (2/2)

La Fàbula - El Greco (1580)
"Poca favilla gran fiamma seconda" D. Alighieri

Nella prima parte abbiamo visto quello che fa la differenza sulla qualità di una candela neutra, cioè la bontà della cera e dello stoppino. Ora vediamo assieme cosa manca per renderla una bella candela profumata: la fragranza, la combustione, il packaging e prima di tutto, il concept da cui nasce.


La fragranza: l'essenza della modernità
A volte le fragranze moderne sono pensate secondo una struttura circolare o a stella invece di seguire il paradigma classico testa-cuore-fondo proposto da Jean Carles. Altro elemento moderno in profumeria è la concisione, quella pulizia formale in cui Jean Claude Ellena è maestro nell'evitare stratificazioni di materie ed effetti simili. In questo senso, niente è moderno come le fragranze d'ambiente perché in una candela le note non si sviluppano lentamente ma evaporano tutte assieme formando un'immagine olfattiva in cui troppe sfumature verrebbero schiacciate. La maestria sta proprio nel tratteggiare quell'immagine con poche materie prime, quindi è fondamentale la loro qualità per rendere un impasto ricco e naturale.
Una volta creato l'accordo, il concentrato viene versato pian piano nella cera liquida (una base oleosa) continuando a mischiare finché la cera riesce ad assorbirlo. Concentrati più densi faranno più fatica ad essere sciolti. Come mi raccontava anche Linda Pilkington non è semplice e solo provando si potrà capire di volta in volta la concentrazione giusta di una profumazione. Di solito starà tra l'8% e il 12% ma poi se la resa della fragranza della candela di prova non è soddisfacente, occorrerà rifare tutto da capo.
Piccola nota: state attenti a come sono conservate le candele. Ho visto povere candele martoriate dai faretti e dal riscaldamento in alcuni negozi. Se fa troppo caldo, la cera diventa molle e tende a far affiorare la fragranza in superficie che poi si rovina. Controllatele prima di comprarle e assicuratevi che siano in buono stato e la cera sia integra.


La combustione: fuoco alle polveri!
Una delle cose per cui adoro le candele rispetto alle altre profumazioni d'ambiente è che la candela "vive" con chi la usa. Una candela tiene compagnia e una volta accesa è bene non lasciarla mai incustodita. In più si consuma un po' per volta, accendendola e spegnendola e prendendosi cura di lei per poterla gustare al meglio.
Infatti prima di accendere una candela dovremo pulire i residui di combustione dalla candela e dal bicchiere e accorciare lo stoppino a pochi millimetri per evitare che faccia fumo. Potete farlo anche a candela ancora calda, ma in questo caso vi servirà per forza uno smoccolatoio.
Pronti? Prendete un accendino o un cerino (ad esempio quelli lunghi sono molto comodi quando la candela è alla fine) e via! Fuoco alle polveri! La fiamma dovrà essere dolce, senza fumo e dovrà sciogliere tutta la cera in superficie in modo da consumare la candela uniformemente. E' importante mantenere sempre lo stoppino al centro per evitare che si facciano buchi.
Se vi sentite abili prestigiatori, potete spegnere la fiamma pizzicandola con le dita, ma è meglio farlo con uno spegnitoio se non volete arrostirvi i polpastrelli. Vietato soffiare: oltre a rischiare di far disastri con la cera bollente, il fumo guasterebbe l'ambiente che avete profumato.

Il packaging: anche l'occhio vuole la sua parte
Una volta capito che abbiamo davanti una candela che valga la pena di essere accesa, possiamo anche abbandonarci ai capricci della vista. Il packaging dovrà essere anche funzionale però, non solo bello. Il bicchiere dev'essere solido, in vetro, ceramica o altro materiale che non lasci passare il caldo in modo da poterlo maneggiare. Non è bello vedere l'etichetta della vostra preziosa candela fare le orecchie perciò meglio che sia di forma semplice, con una bella grafica e materiale resistente per rimanere ben appiccicata al vetro. Meglio ancora se la grafica sarà impressa sul vetro.
Il coperchio di una candela non è solo un elemento decorativo ma serve a proteggere la cera dalla polvere che poi farebbe fumo bruciando. Comunque potete sempre conservare la candela nella sua scatola. E cosa fare del vetro una volta finita la candela? Saranno ottimi come bicchieri, portapenne o ad esempio per piantarci dei bulbi di giacinto che fioriranno in pieno inverno.

Il concept: pensiero stupendo
Chiamatela pure ispirazione, ma è quel filo rosso che lega una candela, la sua profumazione al suo contenitore, alla collezione di fragranze d'ambiente e al marchio che lo produce. Come per i profumi, anche qui un marchio che si propone con una certa immagine (e un certo target di prezzo) dovrà esserne all'altezza in ogni minimo dettaglio. Ad esempio chi si ispirerà a mete di viaggio, dovrà necessariamente far viaggiare anche col naso ed il packaging, per quanto semplice, dovrà suggerire un legame con viaggio e con l'estetica del brand. Il concept giusto realizzato con cura riesce a rendere una candela un'esperienza totale, un rito magico da dedicare a se stessi o per dare un benvenuto speciale a chi entra a casa nostra.

<Parte 1>

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